04 Ott Crocus, Croco Zafferano
Il nome deriva dal greco krókos “zafferano” probabilmente originato da un vocabolo arabo. Il genere comprende specie provenienti dalle regioni mediterranee dalla Spagna all’Asia Minore, ma abbondantemente diffuse anche nelle regioni del Nord-Europa; infatti la maggior parte delle varietà coltivate nei giardini sono costituite da ibridi e da varietà del Crocus aureus, ottenute dai floricoltori olandesi i quali, già nel 1600, ne facevano ambite coltivazioni per il commercio dei bulbi.
Si deve però ricordare che il Crocus fu coltivato fin dalle epoche più remote: Se ne hanno notizie già dagli antichi Greci e poi dai romani, che lo coltivavano sia per estrarne unguenti dotati di proprietà curative sia per i fiori, cui si attribuivano significati benefici intorno ai quali nacquero numerose leggende. Si conoscono specie che fioriscono in autunno, altre in inverno e altre ancora in primavera.
Le specie autunnali molto spesso vengono confuse con il Colchicum, il quale è spesso chiamato zafferano bastardo o croco autunnale, sebbene quest’ultimo, appartenendo alla famiglia delle Liliacee, presenti alcune differenze piuttosto evidenti rispetto al Crocus, prima fra tutte il diverso numero di stami: sei nel colchico e solo tre nel croco.
Le foglie di tutte le specie di questo genere sono piuttosto sottili, lineari, di color verde scuro, spesso con una stria più chiara al centro; compaiono contemporaneamente o poco dopo i fiori, essendo avvolte da una guaina membranacea insieme al tubo corollino, molto lungo, costituito da tre tepali, a forma di cucchiaio, che si al allungano nella corolla.
Alla fauce del tubo corollino si inseriscono i tre stami, l’ovario, infero, è sormontato da un lungo stilo filiforme che si allarga in tre grandi stimmi, intensamente colorati, tubuliformi e allargati; il loro margine esterno sì presenta spesso crenulato.
Molte tra le specie coltivate sono di origine italia, prima fra tutte il Crocus sativus da cui si ricava il noto zafferano utilizzato come colorante fin dall’antichità e come spezia molto pregiata per la preparazione di alcuni piatti tipici. I bulbi di croton sono di difficile coltivazione, sebbene le varie specie non siano così facili come gli ibridi olandesi; hanno però il vantaggio di poter essere dimenticati e lasciati inselvatichire in un prato.
Specie coltivate a fioritura autunnale
Crocus asturicus, raggiunge un’altezza di cm 10-15, i fiori violacei o porporini crescono in settembre-ottobre;
Crocus kardu-chorum: che probabilmente è una forma di C. zonatus, ha fiori color blu lavanda, e fiorisce in settembre o ottobre;
Crocus medium: ha fiore isolato, di color violetto carico, con stimi scalati più lunghi delle antere; tipico dei luoghi umidi, fiorisce in settembre-ottobre. In Italia lo si trova spontaneo nell’Appennino piemontese, in Liguria e nel Vercellese;
Crocus ochroleucus: i suoi fiori alti una decina di centimetri compaiono nel tardo autunno, hanno la corolla color crema e la gola arancione;
Crocus pulchellus: ha la corolla color lavanda col centro giallo, la fioritura avviene in autunno, ma le foglie spuntano solo nella primavera successiva;
Crocus sativus: è certamente la specie più conosciuta e da essa si ricava lo zafferano; è originaria dell’Europa Meridionale e dell’Asia Minore; lo si trova spontaneo anche da noi nei luoghi erbosi e boschivi, ma soprattutto viene coltivato industrialmente: è famoso in Italia la coltivazione dell’altipiano di Navelli in Abruzzo. La droga tanto ricercata si ottiene dagli stimi separati dal resto del fiore ed essiccati prima della polverizzazione. I fiori compaiono in settembre-ottobre, contemporaneamente alle foglie, le corolle sono violacee, mentre gli stimi sono rosso-aranciati, imbutiformi e lunghi quanto il perigonio;
Crocus speciosus: alto cm 10-15, ha fiori blu lavanda o celesti; la fioritura va dalla fine di agosto ad ottobre ed in seguito compaiono le foglie; è una delle specie più importanti, da cui si sono ottenuti molti ibridi, la varietà albus è bianca con stimi scarlatti; “artabir” ha fiori blu chiaro con venatura più scure; “cassiope” è di colore blu con la base dei tepali gialla, la varietà globosus è la fioritura tardiva, color blu vivo;
Crocus longiflorus: è una specie italiana tipica delle regioni meridionali, dall’Adriatico al Tirreno e nelle isole fino a Malta; da ogni bulbo esco uno o due fiori, profumati, violetti, col tubo corallino pelosetto, di colore giallo; gli stimi sono molto appariscenti, lunghi quanto le antere e le foglie spuntano quasi contemporaneamente ai fiori, in ottobre-novembre;
Crocus zonatus (sin. C. Kotshynus): ha fiori alti cm 10, color lilla rosato, che sbocciano in agosto-settembre, mentre le foglie compaiono molto più tardi. È una specie molto vigorosa ed adatta ad essere naturalizzata.
Specie coltivate a fioritura invernale o primaverile
Crocus ancyrensis: forma da ogni bulbo molti fiori gialli o arancio, in gennaio e febbraio;
Crocus aureus: è il tipico croco giallo olandese, dai fiori alti e sottili, gialli o arancio brillante che compaiono in gennaio-febbraio con le foglie;
Crocus balenasse: dai fiori piuttosto piccoli (5-7), color arancio, con striature bronzee o marroni, che sbocciano in marzo;
Crocus biflorus: è alto circa cm 15 con fiori bianchi o lilla; la fioritura dura da gennaio ad aprile; è originario dell’italia, ma è raro nelle regioni del nord. Tra le sue varietà vi è argenteus, lilla con pennellature purpuree; parkinsonii, bianco-crema a striature rossastre; weldenii albus, perfettamente bianco all’esterno; weldenii ‘Fairy’ bianco argenteo delicatamente striato di lilla;
Crocus candidus: il cui fiore, non molto grande (cm 6), è di varie sfumature, dal bianco all’aranciato, porporino all’esterno e fiorisce in marzo; la sua varietà subflavus è gialla con macchie bronzee nella parte esterna.
Coltivazione
I crocus crescono in qualsiasi terreno e in qualsiasi posizione, anche in ombra parziale, ma ovviamente danno risultati migliori se esposti in pieno sole in una terra leggera, fresca, sabbiosa e ricca. Questa non deve però essere troppo grassa, ma sarà opportuno arricchirla con terra di foglie e con letame molto maturo prima della messa a dimora e lavorarla molto a fondo.
I bulbi devono essere piantati alla profondità di circa cm 8 e distanziati tra loro, ugualmente, di cm 8-10.
Per le specie a fioritura autunnale il periodo giusto per la messa a dimora è agosto-settembre, mentre le altre specie saranno collocate nel terreno in dicembre. Per queste ultime, se il clima è piuttosto rigido e presenta rischi di bruschi abbassamenti di temperatura, è bene coprire il terreno con paglia o con foglie morte.
Si possono lasciare i bulbi indisturbati per qualche anno, ma volendo trapiantarli, si toglieranno dalla terra, si puliranno dai residui di radici e foglie e si metteranno a essiccare in un ambiente asciutto ma fresco fino alla stagione di impennato.
È anche possibile ottenere delle piante dai semi, ma il procedimento è piuttosto lungo e si preferisce perciò la moltiplicazione per bulbetti che è più facile e comoda.
I crocus si possono infine coltivare in vaso ma non debbono essere forzati artificialmente con calore; si usa un composto costituito da terra fibrosa, terriccio di foglie, sabbia di fiume e stallatico ben maturo in parti uguali, poi si pongono i vasi in un angolo del giardino, ricoperti da terra o da cenere.
Quando si vuole la fioritura si portano in una stanza aerata, luminosa, con una temperatura di circa 15-18°C; tale temperatura non deve essere innalzata, poiché se ciò avvenisse le piante produrrebbero troppe foglie e nessun fiore.
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