04 Ott Lucca Comics & Games
Di meraviglie parlai in uno dei più recenti manoscritti. Mai immaginavo che nuovo significato questa parola assumesse a questi occhi miei che ancor rifulgono.
Quarantanove anni or sono che a Lucca si celebra un modo di comunicare inesistente al tempo in cui vissi. Voi contemporanei lo chiamate Fumetto, in lingua d’Albione (tanto in voga in codesta epoca) si appella Comics.
Negli anni, a questo strano mezzo di espressione, altri si sono aggiunti per rendere più ricca e piena la festa di Lucca:
- giochi di legno e carta (giochi di ruolo e da tavolo sono enigmaticamente appellati),
- marionette in ferro costruite e in altre impossibili materie (action figure o modellini i loro arcani nomi),
- quadri con figure cangianti in movimento, da ragazzini manovrate per magia (sono nomati videogiochi),
- figure disegnate che si muovono su immensi teloni bianchi come fossero vive e parlano anche, sì come umani esseri insieme a loro epigoni mostruosi (cinema e cinema di animazione sono i nomi scelti a indicare tali stregonesche invenzioni),
- uomini e donne abbigliati con capi di vestiario dalle strane e improbabili fogge, con sembianti di mostri o dall’Ade venute creature (cosplayer mi dicono vadan chiamati).
Lo evento viene appellato Lucca Comics & Games e in quattro dì si compie, dal 30 ottobre al 2 novembre.
Meraviglia e stupore, seguiti da terrore e confusione furono le prime emozioni che rimescolarono l’animo mio: un esercito quale mai avevo visto abbattersi contro le mura di Lucca, era arrivato da un giorno all’altro ad assediare la città.
Ma senza armi e velleità di pugna era questa massa di umani, un’armata senza vessilli, pacifica e gioiosa che presto cancellò ogni malinconia dall’animo mio e scoprir mi fece un universo di meraviglie e colori che il mio cor pervade ancora.
Così scoprii che codesti fumetti, film e giochi a narrar furon preposti dai creatori loro e anche le gesta di personaggi vicini a lo tempo mio e a tempi più lontani.
Ma lo futuro essi anche vaticinano e come lo descrivono… parmi che lo viaggio mio di quattro secoli, solo una passeggiata fosse a confronto di questi salti ne lo cosmo infinito o nelle fosse oceaniche o financo negli orridi dello encefalo.
Mai sarei spintomi a immaginare, ai tempi in cui ero fra i viventi, un tal pazzesco evento e, se anche immaginato lo avessi, di diabolica perfidia lo avrei tacciato.
Oggidì che con l’occhi miei però lo guardo, parmi che nessun diavolo mai avrebbe di organizzar tal cosa l’ardire e il valore.
Qualche angelo è possibile, ma l’umano spirito è sicuramente.
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